Avvistamenti veloci #3

Matt Elliott-The Broken Man
Finora una delle migliori uscite dell'anno, col buon Matt Elliott che continua a proporre album impregnati di spleen e disperazione, dal quasi flamenco di Oh How We Fell, alla ballata deandreiana Dust, Flesh And Bones, tutte rette su arpeggi di chitarra classica, fino al climax del lavoro, la ballata pianistica dal titolo insuperabile If Anyone Tells Me "It's Better To Have Loved And Lost Than To Have Never Loved At All" I Will Stab Them In The Face. Superbo.

Fanfarlo-Rooms Filled With Light
Secondo lavoro per la band londinese, dove tra pezzi minimali, tocchi di elettronica e pop rock più masticabili, il gruppo conferma di poter ambire a ben più che rimanere in scia agli Arcade Fire. Tunguska è un gioiello pop, ma anche Lenslife, Bones e A Flood sono pezzi da novanta.

Lewis Floyd Henry-A Man & His 30 Watt Pram
Da clone di strada di Jimi Hendrix allo studio di registrazione, Lewis Floyd Henry spiazza con un lavoro privo di cover e senza virtuosismi da fenomeno da baraccone. Coordinate che vanno da un gustoso rock psichedelico anni '60 al blues strascicato di Good News. Sorpresa.

Melodium-The Island
Progetto del francese Laurent Girard, all'insegna di una delicata folk-tronica, molto acustica e con tocchi ambientali. Un lavoro tutto sommato rilassante ed estremamente godibile, che ha i suoi picchi con pezzi come The Dark Home, The Little Robot e The Pseudo Friends. Da scoprire.

Pickering Pick-Prayer Flag
Album all'insegna del folk più classico, solo chitarra e voce e qualche ditata sul pianoforte, tra le ballate di Ralph McTell e l'immancabile ispirazione di Nick Drake. Tra i pezzi spiccano l'iniziale Morningside e la classica Stay By Yours. Un album senza tempo.

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