Avvistamenti : Seasons Of My Soul-Rumer


Capita,specialmente in Italia,che la semplice dicitura Pop applicata ad una nuova uscita suoni,tra il pubblico degli appassionati,come una connotazione estremamente negativa,quando non dispregiativa.Capita,specialmente in Italia,che accada questo perchè si associa il pop alle urla belluine di discutibili personaggi sfuggiti a laboratori di popstar quali Amici e simili (Amoroso,Marrone,etc.),o agli isterici singulti di famigerati distruttori delle sette note quali Ferro,Antonacci e,ahimè,svariati altri.Esiste tuttavia un'altra accezione del termine pop,piuttosto nobile e che noi tutti vorremmo fosse l'unica;questa parte da Burt Bacharach,passando per Phil e Ronnie Spector,Dusty Springfield,e si perpetua ancora oggi con artisti quali Richard Hawley,A Girl Called Eddy e Joan As Police Woman.A questo novero si aggiunge senza ombra di dubbio Rumer,nome d'arte di Sarah Joyce(ma una che si chiama Sarah Joyce,ha bisogno di un nome d'arte?),trentaduenne inglese di origine pakistana.Forte di una collaborazione proprio con Bacharach,Rumer mette a segno un bell'esordio composto da undici brani dove la sua voce soave e ricca di sfumature incrocia arrangiamenti jazzati e di gran classe,colorati di fiati mai invadenti e atmosfere che citano ora la Springfield,ora Carol King,ma sempre con una personalità ben definita.Per questa domenica,così uggiosa,Rumer è l'ascolto ideale;spegnete la televisione.

Commenti

Post più popolari